Organizzato dalla Commissione Medico Scientifica Indipendente (CMSI), lo scorso mercoledì 3 maggio si è svolto a Milano un convegno particolarmente interessante riguardo il prossimo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025 che è in fase di approvazione.
Il giorno dopo, 4 maggio, la videoregistrazione completa dell’evento è stata caricata online, ma YouTube, esattamente 5 minuti dopo la loro pubblicazione, ha deciso di censurare i video caricati argomentando che i contenuti violavano le norme della community e che si trattava di “disinformazione in ambito medico”. La cosa è paradossale perché la CMSI è composta da medici e docenti universitari, oltretutto con all’attivo numerose pubblicazioni internazionali in vaccinologia. CHI SONO i censori di YouTube e con quale diritto si permettono di censurare informazioni basate sulle più aggiornate ricerche scientifiche?
La possibilità di esprimere idee, opinioni e ragioni diverse è il fulcro di ogni democrazia, quello che è accaduto è dunque molto grave e c’è di che indignarsi. Ma ancor più grave, da qui alle prossime settimane, sarebbe arrivare all’approvazione di questo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale senza un dibattito pubblico poiché, in base alla ampia documentazione raccolta dalla CMSI, esistono innegabilmente delle criticità.
Il piano del Ministero della Salute prevede, infatti, oltre alle vaccinazioni COVID-19, un numero non indifferente di vaccinazioni obbligatorie e raccomandate nell’arco della vita, circa una sessantina di inoculazioni per tutti, compresi i bambini, spesso fatte con molteplici prodotti mescolati assieme. Inoltre, insiste sulla necessità “di monitoraggio continuo (granulare) dell’omessa vaccinazione… allo scopo” “di identificare chi necessita di essere incoraggiato verso un percorso vaccinale (compliance) e di evidenziare eventuali insufficienze nella copertura, con speciale riguardo ai bambini”.
In poche parole, la tesi che viene enunciata è che la resistenza vaccinale va vinta e che più si vaccina e meglio è. Tuttavia, come fa notare il Professor Paolo Bellavite in un suo recente articolo, “manca l’analisi dei risultati finora conseguiti (in termini di efficacia e di sicurezza) e mancano dati analitici e previsioni nel concreto dell’efficacia delle misure proposte. Il lettore dovrebbe convincersi che i vaccini sono buoni e utili ‘a prescindere’ dai dati epidemiologici per ciascun vaccino, che non sono forniti.” In sostanza, scrive ancora Bellavite, “si vuol lasciar intendere che le vaccinazioni sono sicure senza dire che altri studi scientifici (e i dati della farmacovigilanza attiva) dimostrano, invece, che alcuni vaccini possono provocare eventi avversi anche gravi.” Insomma, ci troviamo di fronte alla sfrontata affermazione di “un certo tipo di ideologia vaccinista” che “continua a considerare la somministrazione di vaccini come se fosse sempre e indiscutibilmente utile al singolo e alla collettività, ricorrendo alla cosiddetta ‘protezione comunitaria’ (altrimenti detta ‘immunità di gruppo’ o ‘di gregge’) senza precisare di quali vaccini si stia parlando e in base a quali dati epidemiologici.”
La Commissione Medico Scientifica Indipendente pure, dal canto suo, ha parlato di un’informazione “che sembra spesso sconfinare in una propaganda pervasiva” e di un’offerta che pare passare i limiti e trasformarsi “in un accanimento non proporzionato né giustificato dalle prove disponibili”.
Costituita da medici e ricercatori che si dichiarano senza conflitti di interesse, la CMSI è sorta dopo l’inizio dell’emergenza sanitaria causata dal COVID-19 per dire NO a decisioni ad altissimo impatto sanitario e sociale prese dalle istituzioni in sostanziale assenza di un reale e aperto dibattito sui loro fondamenti scientifici. Fin da subito ha messo a disposizione sul proprio sito materiale scientifico, pubblicazioni e comunicati corredati da ampia bibliografia e più volte ha chiesto l’apertura di un confronto istituzionale senza censure preventive sottolineando l’importanza di dibattere e approfondire adeguatamente le misure adottate dalle autorità.
Più recentemente ha richiamato l’attenzione pubblica sul nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale attraverso varie iniziative. Il 15 febbraio, ad esempio, ha diffuso il comunicato numero 6 (QUI l’articolo che ne parla), al quale è seguito successivamente il comunicato numero 7 che ha riassunto ulteriori riflessioni sul tema segnalando, tra l’altro, un’enorme ricerca nel Regno Unito durata 20 anni che ha trovato, contrariamente alle attese dei ricercatori, forti associazioni tra incidenza di demenza in età avanzata e vaccinazioni, specie antinfluenzale con evidente effetto-dose, nonché la conferma di precedenti ricerche di alta validità (studi clinici randomizzati) su aumenti tendenziali di mortalità cardiovascolare in anziani non ricoverati in condizioni cliniche stabili.
Dunque, la CMSI ha segnalato preoccupanti associazioni inattese con seri rischi per antinfluenzale e vaccinazioni ripetute e ha fatto notare che a vari vaccini pediatrici obbligatori manca il requisito costituzionale di proteggere “gli altri”.
Il comunicato numero 7 è stato anche inviato con una lettera di accompagnamento tramite mail a Governo, Ministri, Parlamentari e a più di 900 Consiglieri Regionali per proporre di avviare una discussione senza pregiudizi sull’argomento in base alla più valida recente letteratura scientifica.
A qualcuno risulta che giornali e TV nazionali abbiano parlato di questo?
A me no.
E, del resto, tutto quello che abbiamo vissuto in questi ultimi tre anni non sarebbe certamente accaduto se, da parte dei media più seguiti, avessimo avuto un’informazione obiettiva e completa.
Invece nessun dubbio, nessuna domanda. La maggior parte dei giornalisti si è fatta semplicemente portavoce di enti e istituzioni e, sulla scia di quel che è stato fino a ora, si prosegue anche adesso: circa due settimane fa, ad esempio, il Sole 24 Ore ha rilanciato l’appello della Società italiana di Igiene Medicina preventiva e Sanità Pubblica per l’approvazione rapida e definitiva della attuale bozza di Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale che deve, tra poco, approdare alla Conferenza Stato Regioni.
Meritiamo INFORMAZIONI E NON PROPAGANDA.
Chi desidera documentarsi e approfondire la tematica, indubbiamente rilevante per la salute personale e dei propri cari, può visitare il sito della CMSI dove, nonostante l’ennesima censura di YouTube si può trovare anche la registrazione del Convegno che si è tenuto a Milano lo scorso 3 maggio.
L’evento ha visto alternare, nell’arco della mattina, molti interventi prevalentemente di medici (tra gli altri Alberto Donzelli, specialista in Igiene e Medicina Preventiva; il dottor Eugenio Serravalle, specialista in Pediatria; il professor Paolo Bellavite, già docente universitario di Patologia e specialista in Ematologia), ma hanno partecipato anche alcuni politici; il regista di Invisibili Paolo Cassina; il professor Carlo Iannello, associato di Istituzioni di Diritto Pubblico e Costituzionalista; alcuni avvocati e un sacerdote della diocesi di Milano, dimesso dalla Parrocchia in cui prestava servizio nel 2021 con la motivazione che non rispettava le norme anti-Covid.
Dopo avere ascoltato sarebbe bene anche far girare, in modo da contribuire a diffondere conoscenza e favorire il discernimento. Se la stampa è venuta meno al suo dovere primario di informare in modo obiettivo e completo, è il caso che ogni persona che non ha rinunciato a ragionare e che ha a cuore il bene comune provveda senza scoraggiarsi a farsi promotrice di notizie utili alla crescita della consapevolezza.
Questo argomento dovrebbe interessare in particolar modo i genitori dei bambini da 0 a 16 anni, ancora costretti da un obbligo di 10 vaccini la cui utilità e necessità avrebbe dovuto essere revisionata entro tre anni dal varo della legge 119/2017 “Lorenzin”, senza che nulla sia stato fatto finora, in barba all’articolo 1 ter della stessa legge e complice Mattarella che l’ha firmata ma, evidentemente, non ne ha controllato l’applicazione.
Se la chiusura della politica e la censura delle posizioni critiche continuassero, la popolazione perderebbe la fiducia rimanente nelle istituzioni mediche e sarebbe spinta sempre più a forme di boicottaggio.