L’HUB
Per capire bene dov’è il magazzino Amazon di Passo Corese, ho guardato su Google Maps. Per andare lì, dall’autostrada, uscendo a Fiano, dice che mi conviene passare per via Amazon, che è un bel vialone grande, costruito da poco.
Non so se c’è mai stata una via Alitalia a Fiumicino, oppure una via Fiat a Torino. A Torino, a Roma, a Milano, le strade importanti hanno i nomi dei padri della Patria: via Cavour, via Vittorio Emanuele, via Garibaldi. Roba così. Solo che a Passo Corese il padre della patria non si chiama Garibaldi. E nemmeno Cavour.
Certo che il nome di quella via, ti fa capire già chi ha in mano le carte, lì. Chi è il vero sindaco di Passo Corese, comunque vadano le elezioni. Chi è il vero boss. Chi vince tutte le partite, prima ancora che cominci la partita: gioco, set, incontro!
E poi c’è il nome dell’hub – che “hub” starebbe per magazzino – un nome che pare un aeroporto: FCO1. Che poi uno lì non si legge uno, si legge uan, che fa molto più international. Ef Si O Uan: per intero si legge così.
L’hub è una roba, ho letto, tipo di sessantacinquemila metri quadri, per tre piani di altezza. Dodici campi di calcio, o forse di più. Una roba grande, grandissima, che, quando arrivi lì e sbagli l’entrata – e io l’ho sbagliata, perché ho seguito un camion e sono arrivato all’ingresso per le merci, che è dall’altra parte rispetto a quello per i dipendenti – solo per arrivare al cancello giusto, circumnavigando lo stabilimento, devi fare quattro o cinque chilometri di strada.
Mi hanno dato il turno di notte e col buio è ancora più difficile capire dove andare. Ma alla fine pare che sono arrivato in tempo. E allora ho parcheggiato la macchina rigorosamente a spina, rigorosamente a marcia indietro, perché al corso si sono raccomandati tanto, che se non fai così poi ti fanno rapporto.
Sono arrivato lì. Come Cristoforo Colombo che scopre il nuovo mondo e che mica lo sa ancora che quello è il nuovo mondo. Però lo è. Lo è eccome. E prima o poi tutti se ne renderanno conto. Anche Cristoforo Colombo…