Valenz (in valenciano València, IPA [vaˈɫensia],in castigliano Valencia [baˈlenθja]) è la terza città della Spagna per numero di abitanti, dopo Madrid e Barcellona. È il capoluogo della Comunità Valenzana o Paese Valenziano, ed è un importante porto sul mar Mediterraneo. La popolazione della città è di 810.064 abitanti (2008); l’area metropolitana ha 1.832.274 abitanti in 1.407 km², con una densità di 1.302 ab./km².
I Romani
Valentia Edetanorum venne fondata dai Romani nel 138 a.C., sotto il console Decimo Giunio Bruto Callaico, lungo la riva destra del fiume Turia, sul luogo di un antico insediamento iberico. Nel 75 a.C. la città fu distrutta nel corso della guerra tra Pompeo e Sertorio, e il sito abbandonato per almeno cinquant’anni. A metà del I secolo d.C. la città rifiorì, con l’arrivo di nuovi abitanti dalle zone vicine, l’ampliamento urbano e la costruzione di grandi opere pubbliche. Con la crisi dell’Impero romano nel III secolo per Valencia iniziò un lungo periodo di decadenza. Il numero degli abitanti diminuì, interi quartieri si spopolarono, le infrastrutture pubbliche caddero in abbandono. A quel periodo si può far risalire la prima comunità cristiana a Valencia, che ebbe in San Vincenzo martire, ucciso nel 304, la sua prima figura di riferimento. Fu proprio la chiesa, nei secoli successivi, a riempire il vuoto di potere lasciato dall’impero, prendendo in mano l’amministrazione della città e dando impulso ad un parziale recupero urbano con la costruzione di templi cristiani sui ruderi di quelli romani.
I visigoti
All’inizio del V secolo cominciarono le invasioni dei visigoti nella penisola iberica, che dominarono fino al 711, quando furono cacciati dagli arabi. Nel periodo visigoto Valencia assunse importanza dal 554 al 625, quando, grazie alla sua posizione strategica, fu sede di contingenti militari e fortificazioni contro le truppe dell’Impero Romano d’Oriente. Queste ultime erano riuscite infatti a portare la frontiera dell’Hispania bizantina fino a una ventina di chilometri a sud della città, a ridosso del fiume Xúquer (Júcar).
Gli arabi
Nel 711 il regno dei visigoti venne schiacciato dall’invasione araba e berbera. Valencia, ovvero Balansiya (la denominazione in uso presso i musulmani) progressivamente assorbì gli usi, la lingua, la cultura e la religione dei suoi nuovi abitanti. Anche l’assetto urbanistico cambiò: fu costruito il palazzo della Rusàfa (che, riprendendo il nome d’una residenza califfale a Damasco, diede il nome a uno dei quartieri della città), venne creata una prima cerniera di coltivazioni al di fuori della città (in corrispondenza dell’attuale barrio del Carmen) e l’antica sede episcopale visigota fu convertita nella piazza della residenza del governatore (wālī), nominato dal califfo di Cordova nel periodo del califfato di Cordova.
Valenzia tornò in auge dopo la caduta degli Omayyadi di Cordova nel 1010, con la creazione di una propria taifa o regno indipendente che si organizzò grazie a due liberti di Almanzor (al-Mansūr Ibn Abī ‘Āmir), il grande Reggente dell’ultimo periodo califfale. Dopo la morte del primo, Mubārak, il secondo (Muzaffar) fu cacciato dalla popolazione che chiamò alla guida del regno valenziano Labīb, anch’egli un affrancato di origine slava che si pose sotto la protezione del conte di Barcellona.
Nel corso delle agitate vicende che contrassegnarono per i musulmani la seconda metà dell’XI secolo, Valencia dovette difendersi dal sovrano Ferdinando I di Castiglia, alleato per l’occasione al sovrano musulmano di Toledo, al-Mà’mūn ibn Dhū l-Nūn che riuscì però a detronizzare il giovane sovrano valenziano ‘Abd al-Malik ibn ‘Abd al-‘Azīz, detto al-Muzaffar (il Trionfatore).
Dopo un periodo in cui Valenzia fu governata dai signori mussulmani di Toledo, la città cadde sotto il controllo del re di Castiglia Alfonso VI nel 1085. La città in tutto questo periodo si ampliò e fu necessario costruire una nuova cinta muraria. Nel 1094 Rodrigo Díaz de Vivar, detto El Cid, conquistò Valencia (la sua vittoria venne immortalata nel poema Cantar de mio Cid), ma la città ritornò ancora una volta sotto controllo musulmano quando, nel 1102, l’arrivo dei berberi Almoravidi dal Nordafrica mutò ancora gli equilibri istituzionali del regno, con la conquista di Valenzia, abbandonata dalla vedova di El Cid, Jimena, dopo essere stata data alle fiamme. Fino a metà del XII secolo Valenzia fu retta da governatori almoravidi e, dopo un breve periodo in cui la città recuperò una sua autonomia legando la sua sorte a quella di Murcia, Valenzia si pose per 4 anni sotto la sovranità di Ibn Mardanīsh prima di ribellarsi a lui. Con l’arrivo dal Nordafrica dei soldati berberi musulmani degli Almohadi verso il 1172, Valenzia perse di nuovo la sua indipendenza fino al 28 settembre 1238 allorché la città cadde definitivamente nelle mani del re aragonese Giacomo I di Aragona entrando definitivamente a far parte dei suoi domini.
Re Giacomo I di Aragona conquistò la città nel 1238 e la incorporò nell’appena costituito Regno di Valenzia, uno dei regni che formavano la Corona d’Aragona. Dopo cinque secoli finiva così la dominazione araba, e gli abitanti musulmani furono presto espulsi dalla città. Il Re promulgò nuove leggi per la città, note come els Furs, che in seguito vennero estese a tutto il regno.
Dopo, nel secolo XIV/XV, il re diede alla città una nuova bandiera: quattro sottili bande rosse orizzontali su campo giallo con a sinistra un’ornata banda verticale azzurra. Il drappo rappresentava l’Aragona (la cui bandiera era formata da quattro strisce rosse verticali su campo giallo) che raggiungeva il mare. La punta dell’asta della bandiera era decorata con un pipistrello (rat penat), simbolo del regno, che sarebbe poi stato aggiunto, a partire dal XVI secolo, allo stemma della città.
Il secolo XIV fu abbastanza travagliato per Valenzia. La peste nera del 1348 e le successive epidemie ne dimezzarono la popolazione. Venne costruita una nuova cinta muraria per difendersi dagli attacchi dei castigliani, che vennero respinti per due volte, nel 1363 e nel 1364. Come riconoscimento, il re concesse alla città il titolo di dos veces leal (“due volte leale”), rappresentato dalla due L che tuttora campeggiano nello stemma cittadino. Nel 1391, in seguito ad un tumulto popolare, gli ebrei che vivevano in città furono cacciati o costretti a convertirsi forzatamente al cristianesimo.
La Lonja de la Seda, simbolo del periodo d’oro valenziano
A un periodo così negativo seguì uno straordinario rinascimento economico e culturale, al punto che il XV secolo è chiamato “il secolo d’oro valenziano”.
Grazie al suo porto sul Mediterraneo, Valenzia divenne uno dei principali centri commerciali d’Europa. Già dal 1283 era attivo il Consolat de Mar, istituzione mercantile che regolava il commercio marittimo. Nel 1408 venne creata anche la Taula de Canvis i Deposits, una banca municipale destinata a finanziare le attività mercantili. Furono i banchieri valenciani a prestare denaro a Isabella I di Castiglia per il viaggio di Cristoforo Colombo del 1492. La Lonja de la Seda (la Borsa della Seta), edificio gotico destinato alle contrattazioni mercantili, venne costruita alla fine del secolo; il monumento, simbolo del potere e del prestigio di Valencia in quell’epoca, è stato inserito dall’UNESCO nella lista dei Patrimoni dell’umanità.
Lo sviluppo economico favorì le arti e la cultura. A Valencia si trovava la prima pressa da stampa della penisola iberica; nel 1478 venne stampata la prima Bibbia in una lingua neolatina, attribuita a Bonifaci Ferrer. Lo scrittore Joanot Martorell, autore di Tirant lo Blanch, ed il poeta Ausiàs March furono famosi valenciani dell’epoca. La città si arricchì di monumenti: oltre alla Lonja, risalgono a quel periodo il Micalet (il campanile della cattedrale di Santa Maria) e le Torres dels Serrans.
L’età moderna
Ironia della sorte, la spedizione di Colombo finanziata dai capitali valenciani determinò la fine del periodo d’oro della città. Con la scoperta dell’America l’asse del commercio mondiale si spostò dal Mediterraneo all’Oceano Atlantico. Valencia rimase fuori dalle principali rotte internazionali, e l’attività mercantile si contrasse notevolmente.
La città perse di importanza economica e culturale. Nei due secoli seguenti passò vicende storiche analoghe a quelle di altre città spagnole: l’Inquisizione, la Controriforma, il processo di castiglianizzazione, l’espulsione degli ultimi ebrei e arabi, le crescenti proteste popolari contro la monarchia e la nobiltà.
Durante la guerra di successione spagnola, Valencia si schierò con Carlo d’Austria. Dopo la vittoria dei Borboni nella battaglia di Almansa il 25 aprile 1707, la città ed il regno persero i privilegi (els Furs) concessi quattro secoli prima da Giacomo I d’Aragona e dovette accettare le leggi e gli usi della Castiglia.
Nel XVIII secolo ci fu una ripresa economica legata alle attività manifatturiere, in particolare l’industria tessile della seta che, secondo fonti dell’epoca, dava lavoro (anche grazie all’indotto) a più di 25.000 persone. Il porto rimaneva però in disuso, al punto che le sete prodotte a Valencia venivano trasportate via terra fino a Cadice, dove poi venivano imbarcate ed esportate nel resto del mondo. Dopo lo sconvolgimento della Rivoluzione Francese, e l’insurrezione popolare di Madrid del 2 maggio 1808, anche i valenciani presero le armi e si sollevarono il 23 maggio 1808. Resistettero per due volte agli assalti delle truppe di Napoleone, ma al terzo attacco, il 9 gennaio 1812, i francesi riuscirono ad entrare in città. Se ne andarono un anno dopo. Il re Ferdinando VII rientrò in Spagna nel 1814 proprio da Valencia, e ripristinò la monarchia assoluta. Seguì un periodo di forti conflitti tra opposte fazioni in tutta la Spagna. A Valencia il rappresentante del re venne incarcerato e giustiziato nel 1820 all’inizio del cosiddetto “triennio liberale”, a cui seguì dal 1823 al 1833 un decennio di restaurazione e repressione. La morte di Fernando VIII nel 1833 pose fine alla monarchia assoluta. Si aprì così un’epoca di grandi cambiamenti per tutta la Spagna, quindi anche a Valencia, con la riforma delle cariche pubbliche e dell’amministrazione statale e locale. Grazie anche all’economia fiorente, la popolazione raddoppiò e la città si espanse, incorporando i paesi della periferia. Vennero realizzate importanti infrastrutture, tra cui la rete dell’acqua potabile nel 1850 e della corrente elettrica nel 1882. Nel 1865 vennero abbattute le antiche mura cittadine, e cominciò l’urbanizzazione delle zone a ovest e a sud del centro storico. Fu creato il quartiere modernista dell’Ensanche o Eixample. Nella seconda metà del secolo nacque un movimento di riscoperta della lingua e delle tradizioni valenciane, detto Renaixença.
Economia
Valencia ha goduto di una forte crescita economica nell’ultimo decennio, dovuta in gran parte a turismo e costruzioni, secondo un modello di sviluppo che ha portato all’occupazione con edifici di molte aree rurali. Inoltre, l’implementazione della Legge regolatrice della attività urbanistica (LRAU) da parte del governo di Valencia, è stata altamente controversa per i meccanismi espropriativi che metteva in opera. La questione fu oggetto di uno scottante documentario trasmesso nel 2005 dal secondo canale televisivo nazionale (TVE2).
I critici sostengono che questa legislazione (concepita, in teoria, per proteggere il terreno rurale) viene abusata a favore di un grande sviluppo urbano e industriale. Il Comitato delle Petizioni dell’Unione Europea ha prodotto nel 2004 una relazione sulla questione, sostenendo che il governo valenziano stava infrangendo dei diritti basilari europei. Gli ambasciatori degli stati membri dell’UE, in rappresentanza dei loro cittadini, hanno protestato con le autorità spagnole e la questione è stata deferita alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. L’ampia copertura del caso offerta dai media esteri minaccia la locale industria del “turismo residenziale”. I prodotti agricoli prevalenti sono gli agrumi, mentre i principali distretti industriali riguardano le raffinerie.
Clima
Valencia gode di un clima mediterraneo mite e umido. La temperatura media annuale è di 17,8 °C, con valori che oscillano dagli 11,5 °C di gennaio ai 25,5 °C di agosto. Le precipitazioni, con una media di 454 mm all’anno, si concentrano nella stagione autunnale, dove di solito sono molto intense.