Poi chiedo perdono per l’ennesimo “pippotto” che il mio Maestro Interiore mi lascia in regalo (per tutti noi). Niente di che, una delle mie solite. Mi avete sopportato per tanti anni… Sopportatemi ancora un poco.
Ecco, l’anno nuovo fa capolino, il solstizio è appena passato (sabato 21 dicembre 2024 alle ore 10:21) e viene anche il tempo di tirare le somme per quello che è stato, in modo forse non proprio corretto, nel mio “stile“, ma almeno sincero. Come dovrebbe essere a Natale.
Essere Buoni (con la “B” maiuscola) cosa significa ?
Forse che centra col perdono ? No…
A mio parere il perdono è “IL” Male. Nel senso più antico, ampio e cruciale in cui si intende la legittimazione del Male, ivi inclusa la sua perniciosità: “se non perdoni sei disumano“.
Nel sottinteso nemmeno troppo nascosto, significa che sei sotto l’influsso del demonio, massimo rappresentante cattolico del Male.
Personalmente mi iscrivo al partito dei disumani in questo caso. Non vedo più la “necessità” di perdonare, banalmente perché il perdono è legato alla condanna.
Per ciò se non condanno non “devo” perdonare.
Ma come si fa a non condannare gli orrori che ci riempiono la Mente ogni santo giorno, scaricati dai media, TV in testa ? Come si fa a non condannare tutta la messinscena della pandemia, il dolore, la devastazione totalmente gratuita, tipo quella di Gaza ?
COME ?!
Beh, tanto per cominciare, non certo perdonando chi commette quelle schifezze. Ma cercando di approfondire e di capire meglio cosa ha alimentato questo scempio senza fermarsi, senza recedere, senza accontentarsi. Un po’ come quando si scava nelle carni per togliere il marcio, non puoi fermarti, non devi, per quanto faccia male… Non è possibile “occuparsi d’altro“.
Un tempo, prima del cattolicesimo, si allestiva l’albero per scacciare il Male, per questo doveva essere luminoso. Non era tempo per ricordare la Gioia, ma per allontanare ciò che la impediva e che aveva proliferato fino quel momento dal solstizio d’estate e in quel ciclo annuale.
Non condanno, NO. Per me la “lotta” contro la legittimazione del Male è tutto. Semplicemente.
Allora ho deciso di cambiare totalmente la mia struttura di pensiero. Interpreto in un altro modo gli eventi: da una parte constato che l’atto, l’agire del MIO corpo, raramente procede dalla mia volontà, nel senso che non sappiamo quasi mai cosa veramente vogliamo e inoltre la volontà che ci abita non è nemmeno unica, ma frammentata. Quando è UNA (e lo si avverte distintamente) tutto procede come fosse “magico” e diventa “meraviglia“, proprio come il Natale dovrebbe. Immagino sia una condizione comune, ma notarla non è comune, evidentemente.
Più spesso constato che seguo “la volontà piccola“. Il tiranno. Il moccioso, il capriccioso… Insomma avete capito, scegliete voi l’aggetivo che vi piace.
Dall’altra parte osservo è che nella condanna (in particolare) si perde quasi sempre di vista tutto il resto, che è solo il 99% (ad essere buoni) di ciò che non osserviamo ma che dovrebbe stare invece al centro della nostra attenzione, per poterci capire qualcosa.
Perché non siamo UNO con tutto ciò che accade, per ciò vedo bene in me che vive un “ferreo rifiuto” della maggioranza della realtà che mi circonda. Fa male dirlo, anche adesso, ma il mio Maestro Interiore è impetoso quando c’è da scavare via il marcio.
Allora dal mio prossimo (nel caso in esame il mio barbiere) mi trovo a discutere di destra e di sinistra politica. Che per me è come dire il tifo da stadio. Gli faccio notare che la sinistra è marcia tanto quanto la destra ma lui insiste che “è un poco meno“. Gli faccio notare che D’Alema al tempo in cui c’era la guerra in Jiugoslavia, saltava sui tavoli per la gioia di aver mandato i nostri caccia a bombardare quelle terre. Gli cito il caso della motovedetta che speronò la barca di disperati da noi bombardati e il fatto che sia stato il frutto di ordine. Mi risponde “non ci credo” e mi ripete ossessivamente che noi siamo andati lì per fermare una pulizia etnica in corso. Come se ai nostri governanti gliene fosse mai fottuto qualcosa degli atti umanitari, prima e dopo la lista infinita di ambomini di cui tutti siamo ormai testimoni.
Eppure non condanno nulla e nessuno. Perché…
Riconosco al volo l’educazione ricevuta che in Italia è il massimo del bene per fare il Male. Siamo di fatto “forgiati” per essere una specie di “manifesto educativo” del successo cattolico. Sul genere: guardate come siamo “buoni” perché seguiamo la politica dell’amore e della tolleranza, basata “badaben badaben badaben“… Sul perdono del prossimo… E il cerchio mentale molochiano si serra dentro di noi, come le sbarre invisibili di una prigione.
Quel prodotto, la scolastica, è un raffinato sistema di manipolazione sottile che i molochiani hanno perfezionato in millenni e che noi “diamo per scontato“. Come non esistesse… Lo subiamo e lo spalmiamo ovunque, senza rendercene conto, tanto su figli e sul futuro quanto verso l’estraneo, certamente a prescindere “ignorante” sul tema.
Prendiamo la pedofilia che nel cattolicesimo è evidentemente promossa e protetta. Vogliamo per caso rifiutare qualcosa che si riconferma all’infinito ? E’ facile, come per il mio barbiere, basta non crederci e d’incanto un fatto comprovato, diventa fede.
Sono circondato da “felici fedeli” che avevo notato già frequentando CL promuovere volentieri la “felicità” cattolica basata sull’ignoranza crassa convertita in elezione divina.
Conosco di persona diverse persone anche giovani che frequentano felicemente la chiesa, la intendono come un ancora di salvezza per le barbarie che ci circondano, e sono contente perché esprimono esattamente quel pensiero buono buono, dell’amore e della tolleranza.
E se non sei con loro, per forza di cose devi essere contro.
Loro hanno questa “forza del perdono“. Credo che non esista nulla che sia capace di legittimare meglio il pensiero molochiano, radicando il rovescio del significato che si intende promuovere: fare il bene per fare il Male, legittimandolo.
Solo che è complesso farlo notare. Per esempio: se levi il perdono, cosa rimane ? Nella nostra vita è il vuoto ed è ovvio che è meglio il perdono del vuoto. Vuoto che si fa inalienabilmente corrispondere alla corruzione morale della comodità materiale. Come a dire che se ami gli agi più degli umani, sei per forza un satanista.
Manca tutto nella disamina di qualsiasi cosa e in specie manchiamo noi, cioè la disamina di noi stessi e di ciò che ci abita dentro perché non ci viene insegnato apposta, volutamente, e quindi ricostruire l’interezza dell’informazione è complesso.
Tra l’altro è obbligatorio farlo mentre il Basso Astrale interferisce, costringendo a fare acrobazie circensi per ottenere risultati effimeri. Per esempio, il dato che il pedofilo prima che essere carnefice è vittima. Quindi l’evidenza che non parliamo semplicemente dell’atto (riprovevole) in sé, ma di un epidemia in corso. Dove il dato è l’aumento deciso di pedofili, tanto che rischiamo presto che la stessa pedofilia sia depenalizzata e assunta come “norma” anche da chi non l’ha subita.
E’ una epidemia in corso di possessione.
Protetta e promossa dalla chiesa cattolica per sua convenienza. Cosa c’è di peggio ? Non lo so, ma nella misura esatta in cui permane “perdono Vs condanna” come unica lente di lettura nella Mente Collettiva, non ci sarà via d’uscita.
Buon Natale quindi, che la luce della consapevolezza scenda tra di noi, per schiarici la Via non della fede cieca e barbarica dei millenni passati, ma della coerenza tra un “dire e un fare” Santo, quello certamente che tutti vorremmo coltivare dentro di Noi a prescindere da ciò che accadrà o è accaduto.