Erika Montagna nasce nel sud della Sicilia nel 1992, dopo il Diploma di Maturità artistica prosegue i suoi studi a Milano all’Accademia di Belle Arti di Brera e poi a Liège (Académie royale des beaux-arts) dove consegue la specializzazione in opera pubblica con una tesi sulle vasche. Terminato il percorso accademico partecipa ad alcune mostre d’arte contemporanea, presentando lavori di fotografia, video-art e video-installazioni. Alto il valore espressivo, sembra ricercare un sensibile rallentamento dello scorrere del tempo.
Nel 2020 decide di tornare a casa. Con suo figlio vanno quindi in Sicilia dove Erika acquista un ettaro di terra ed inizia la realizzazione del suo eroico progetto artistico: la scultura abitabile.
“L’intenzione iniziale era quella di sudarmi un rifugio dal mondo, per me e la mia famiglia. E non poteva che essere in Sicilia. Un luogo che fosse mio sostentamento ed un riparo dal freddo, anche metaforicamente, quindi l’ho scelto valutando la qualità della terra, gli alberi adulti presenti, la sua esposizione. E’ stato un anno socialmente molto difficile, il 2020, avevo bisogno di ritornare ad abitare la mia identità. Successivamente la mia stessa visione di quest’opera è cambiata insieme al suo scopo, e quel rifugio che doveva proteggerci dai mali del mondo non vede adesso l’ora di essere completato per poter ospitare un pubblico.“
- Che genere di pubblico vorresti ospitare?
“Immagino di tenere corsi di arte-natura ai bambini in età scolare, che sono il nostro futuro, la cosa più preziosa che abbiamo. Ho già lavorato con il mio primo gruppo. Erano bambini disabili, con Sindrome di Down e autistici, insieme ai loro educatori abbiamo guidato i bambini nella realizzazione di fasci di paglia che compongono parte della struttura del tetto della scultura abitabile. Si è svolto fuori sede però, in un spazio comunale adibito agli incontri. È stato per me un ottimo segnale, sia per la partecipazione che per il loro entusiasmo.”
- Abitare la propria identità, cioè abitare la terra o la Terra, abitare l’arte, la cultura, cioè abitare la trasformazione della materia, abitare la tecnica, il sapere. Solo alcuni dei rimandi che si possono evocare. Visto il periodo pasquale potremmo dire anche abitare l’uovo?
“L’intero progetto si basa sulla forma dell’uovo, ho cercato di ragionare utilizzando l’uovo come modello che suggerisse le indicazioni strutturali, ma anche le distanze e la distribuzione generale degli spazi. Volevo che questo lavoro condividesse la matrice simbolica di base con la Vita stessa: l’abitazione prima, origine del nostro senso esistenziale.”
- Quali tecniche hai utilizzato?
“Tecniche varie, ma in sostanza si tratta di un impasto a base di terra e paglia sorretto da uno scheletro di canne di fiume e legno, le pareti saranno poi rifinite con una protezione finale a base di calce che ha un ruolo molto importante, previene l’umidità e tutti i problemi ad essa legati. Per alcuni elementi del bagno e per il forno sto utilizzando la tecnica del cocciopesto, che oltre ad essere idrorepellente ottimizza la dispersione del calore. Sono ricette che ho trovato nei miei 5 anni di studi approfonditi, svolti per il puro piacere della ricerca, o anche attraverso scambi di informazioni con esperti di tecniche antiche incontrati nel mio percorso di vita. È al contempo una continua ricerca sui materiali e continua scoperta di metodi e ricette. Fin dall’inizio la scultura abitabile doveva essere una trasformazione, quasi una continuazione, del suolo che la ospita: dagli stessi scavi ho ricavato il materiale necessario per realizzarla, o quasi.”
“Non so quanto mi ci vorrà per completarla ma sono ad un buon punto, considerando che ho fatto tutto da sola nel tempo libero dal lavoro, posso ritenermi soddisfatta per come sta procedendo, al momento nascono piante spontanee all’interno delle camere.”
- Ti auguro che molti altri germogli fioriscano nelle tue opere, grazie per aver condiviso con noi la tua eroica impresa artistica, e tienici aggiornati sugli sviluppi di questo progetto-uovo di arte-natura e rifugio-pubblico. C’è altro che vorresti aggiungere?