In seguito alla pubblicazione sulla rivista internazionale Pathogens del lavoro scientifico a firma Loredana Frasca, Raffaella Palazzo e Giuseppe Ocone dell’Istituto Superiore di Sanità – in sostanza una revisione della letteratura che, dopo attenta analisi degli studi disponibili, invita a riformulare il rapporto costi-benefici in merito alla ‘vaccinazione’ Covid – i vertici dell’ISS, invece di ringraziare i propri ricercatori per l’approfondimento svolto, hanno diramato un comunicato per prendere pubblicamente le distanze dall’articolo in questione, dopodiché hanno anche avviato un procedimento disciplinare nei confronti degli stessi.
Subito, il 16 marzo scorso, appena la notizia ha iniziato a diffondersi, il sindacato Di.Co.Si. ContiamoCi! ha espresso solidarietà ai tre autori condannando il comportamento censorio dei vertici ISS. E due giorni fa, 23 marzo, anche la sezione ISS dell’ANIEF, Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, si è schierata a difesa delle Dottoresse Frasca e Palazzo, le due ricercatrici che sono di ruolo all’ISS, quindi “passibili di punizione” secondo la Dirigenza (a differenza del Dottor Ocone che, non essendo un dipendente ma un collaboratore, è stato escluso dal procedimento disciplinare).
Con un volantino distribuito a tutti i dipendenti ISS, affisso in bacheca e pubblicato anche sul proprio sito, il sindacato ANIEF-ISS ha voluto ribadire che “la ricerca è libera e libero ne è l’insegnamento” e ha stigmatizzato l’azione dei vertici dell’ISS “che non colpisce solo due colleghe, ma è un atto intimidatorio nei confronti di tutti noi”. Ha sottolineato, inoltre, che “la solidità di un lavoro scientifico è valutata nel processo di revisione” e che “la scelta se pubblicare o no un lavoro scientifico non può sottostare a logiche politiche.”
In effetti l’ISS è un istituto pubblico e il contratto dei suoi ricercatori dovrebbe garantire loro autonomia di ricerca.
La libertà di ricerca è, fondamentalmente, un principio tutelato dall’articolo 33 della nostra Costituzione.
Sempre che la Costituzione abbia ancora un valore … perché gli eventi degli ultimi anni fanno pensare il contrario e credere che sia sparito tutto: che non esista più né dibattito scientifico vero, né libertà di pensare, di esprimersi, di scegliere come curare e come farsi curare. E il massimo dell’ipocrisia è che tutto questo è scomparso ‘nel nome della scienza’ (con la s minuscola, verrebbe da specificare).
“Libertà di pensiero, libertà di scienza, questo è il nostro più alto baluardo e così deve rimanere se vogliamo progredire. Nessun tipo di dispotismo, nessuna regola unica, nessuna soppressione del pensiero.” Così scriveva, tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, Christoph Wilhelm Hufeland, medico tedesco che fu un pioniere del ‘giornalismo medico-scientifico’ e che dedicò il giornale ‘Journal der Praktischen Arzneikunde’ (che poi prese il suo nome di ‘Hufeland’s Journal’), di cui fu editore per quarant’anni, alla correzione delle deviazioni della medicina del tempo.
Quanta strada abbiamo ancora da fare!
La libertà di ricerca, come tutti i diritti costituzionalmente garantiti, non va data per scontata, ma difesa e resa concreta e reale ogni giorno.
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Segue il Comunicato di ANIEF-ISS
I vertici del nostro Istituto, dopo aver “preso le distanze” a mezzo stampa da un articolo pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica a firma di nostre colleghe, proseguono con questo vero e proprio attacco alla libertà di ricerca avviando un vero e proprio PROCEDIMENTO DISCIPLINARE nei confronti delle due autrici dell’articolo, cosa di cui veniamo a conoscenza ancora una volta “a mezzo stampa”.
La base di questo procedimento starebbe, a quanto apprendiamo, in un’interpretazione censoria del nuovo “codice di comportamento dei dipendenti ISS” approvato dal C.d.A il 21.12.22 (e inviato al personale il 25.01.23) che trasforma la rendicontazione dei lavori in infoweb, in un vero e proprio processo di “autorizzazione” da parte dei Direttori, lasciando a questi la possibilità di impedire la pubblicazione di un qualunque lavoro sulla base di “valutazioni” di “opportunità” estranee al processo di ricerca scientifica.
Questa azione dell’ISS non colpisce solo due colleghe ma è un atto intimidatorio nei confronti della libertà di ricerca e di tutti noi.
La solidità di un lavoro scientifico è valutata nel processo di revisione e la scelta se pubblicare o no un lavoro scientifico non può sottostare a logiche politiche.
I vertici dell’ISS hanno mostrato di ignorare le più basilari regole del processo della produzione e divulgazione della ricerca scientifica.
Riteniamo inaccettabile questo attacco al diritto costituzionale di libertà di ricerca e divulgazione dei risultati scientifici (Art. 33) e condanniamo il comportamento dei vertici dell’ISS.
LA RICERCA È LIBERA E LIBERO NE È L’INSEGNAMENTO.
Come ANIEF-ISS continueremo a batterci contro chi offende la dignità della ricerca pubblica e di chi ci lavora.