Il terrorismo è una brutta bestia e, penso, siano tutti d’accordo. Bisogna combatterlo fino alla sua totale eliminazione. La sua più grande manifestazione di brutalità è stato l’attacco alle torri gemelle che si sono sbriciolate a causa dell’impatto di due aerei. In realtà c’è anche una terza torre, a un tot di distanza, che è caduta senza che nessuno l’abbia toccata. Ci sono dei complottisti che fanno affermazioni fantasiose ma, per fortuna, dopo molto pensare, è stata trovata la causa: il danneggiamento per il collasso delle Torri Gemelle, ha bloccato i dispositivi antincendio e le elevate temperature hanno causato delle reazioni a catena, culminate nel collasso dell’intera struttura, ovvero, collasso progressivo! Semplice, no? Boh, dai filmati di fiamme non se ne vedono molte. Invece, un gruppo di nove ricercatori ha pubblicato un articolo, intitolato “Active Thermitic Material Discovered in Dust from the 9/11 World Trade Center Catastrophe” [1], che dice di aver trovato tracce di materiale termitico nelle polveri raccolte dieci minuti dopo il collasso della seconda torre, due giorni dopo e una settimana dopo. Per me, che non lo sapevo, i materiali a base di termite sono utilizzati nelle cariche esplosive per fare fori, per rompere rocce o blocchi di cemento nelle aree urbane. Notizia che non merita ulteriore attenzione.
Tutto sommato, sono morte solo 2996 persone.
In compenso, gli americani hanno pensato di combattere a modo loro il terrorismo, e, tra le varie iniziative, hanno creato la Global Coalition to Defeat Daesh/ISIS (Coalizione Globale anti-Daesh/ISIS), comprendente 87 membri, che vuole “affrontare Daesh su tutti i fronti, smantellare le sue reti e contrastare le sue ambizioni globali …”, più altri svariati nobili intenti. I risultati sono pregevoli: hanno fatto fuori un buon numero di capoccia della struttura, con bombardamenti mirati che, forse, hanno causato anche un qualche “effetto collaterale”.
L’Italia sgomita da bestia per essere in prima fila. Nel giugno 2021 Luigino Di Maio ha invitato a Roma tutta la compagnia assiema ad Antony Blinken. La US Embassy ha pubblicato un bel comunicato congiunto [2], in italiano.
A leggerlo ti senti fiero del nostro ministro. Tra l’altro dice: In Siria, la Coalizione si è detta al fianco del popolo siriano a sostegno di una soluzione politica duratura, conformemente alla risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Commendevole!
Forse perché un po’ invidioso di Luigino, l’attuale governo ha organizzato nel dicembre 2023 una riunione del Gruppo Ristretto della Coalizione. La Farnesina ha pubblicato un comunicato congiunto il 5 dicembre 2023 [3], in inglese, ma tradotto poi, per cortesia verso i sudditi, in italiano. Il comunicato spiega che è in essere una regionalizzazione degli sforzi della Coalizione e sottolinea “il ruolo centrale delle iniziative promosse dai civili per contrastare l’ISIS e i suoi affiliati in tutto il mondo” (tradotto, gli 86 civili devono sborsare di più). Per quanto riguarda la Siria, si deve essere soddisfatti “per la stabilizzazione delle aree del nord-est liberate” (o, forse, occupate e ricche di petrolio) ma si deve “dare priorità ai rispettivi sforzi per soddisfare le esigenze umanitarie e di sicurezza nei campi per sfollati e nelle strutture di detenzione nel nord-est della Siria”. (Leggi: noi ci prendiamo il petrolio, voi fate i buoni samaritani).
Per chi ne vuol saper di più il riferimento [4] consente di scaricare un corposo rapporto fatto da 321 pagine che spiega nella prefazione cosa si vuole e si deve fare.
Da: Country Reports on Terrorism 2022 – BUREAU OF COUNTERTERRORISM
Prefazione
Dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 al World Trade Center e al Pentagono, gli Stati Uniti hanno istituito un’impresa antiterrorismo forte e sofisticata per ridurre la minaccia di attacchi terroristici su larga scala in patria.
Più di 20 anni dopo, le minacce terroristiche che affrontiamo attualmente sono più diffuse ideologicamente e geograficamente. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti stanno affrontando una gamma diversificata e dinamica di altre sfide alla sicurezza nazionale, tra cui la concorrenza strategica, le minacce alla sicurezza informatica e il cambiamento climatico.
Per affrontare le minacce terroristiche in evoluzione ed emergenti nel contesto di più ampie priorità di sicurezza nazionale, gli Stati Uniti hanno inaugurato una nuova politica antiterrorismo, passando da un approccio incentrato sull’esercito guidato dagli Stati Uniti a uno che dà priorità alla diplomazia, al rafforzamento delle capacità dei partner e alla prevenzione.
Raggiungere un nuovo equilibrio tra gli sforzi antiterrorismo militari e civili riconosce la necessità di implementare l’intera gamma di strumenti antiterrorismo (CT) e garantisce un approccio CT più sostenibile per l’intero governo e l’intera società con alleati e partner in tutto il mondo.
A pagina 3 il rapporto spiega meglio che, siccome gli Stati Uniti devono affrontare una gamma diversificata e dinamica di sfide, inclusi i cambiamenti climatici (che non mancano mai), hanno deciso coinvolgere altri per raggranellare circa 340 milioni di dollari che sommati a quelli messi da loro stessi fanno un budget di più di 440 milioni. La matematica direbbe che, in media, ogni partner ha sganciato circa 3,8 milioni, ma, certamente, l’Italia, che non vuole mai fare la figura del migragnoso, ne avrà sborsati sei o anche più.
Torniamo al rapporto. Dopo aver elencato le sessanta e più organizzazioni terroristiche straniere (FTO), le descrive una ad una. A pagina 265 parla del Fronte A-Nusrah (enfasi mia).
Fronte Al-Nusrah
Descrizione: Il Fronte Al-Nusrah (ANF) è stato designato come FTO il 15 maggio 2014. È guidato da Abu Muhammad al-Jawlani. Il gruppo si è formato nel 2011 quando l’allora leader di al-Qa’ida in Iraq (AQI) — ora ISIS — Abu Bakr al-Baghdadi ha inviato al-Jawlani in Siria per organizzare cellule terroristiche. Nel 2013 il gruppo si è separato da AQI ed è diventato un’entità indipendente.
L’obiettivo dichiarato dell’ANF è quello di estromettere il regime siriano di Assad e sostituirlo con uno stato islamico sunnita.
Il gruppo è concentrato e controlla una porzione di territorio nella Siria nord-occidentale, dove è attivo come forza di opposizione ed esercita vari gradi di influenza sulla governance locale e sui complotti esterni. Nel 2017, l’ANF si è unita a quattro fazioni siriane più piccole e ha creato Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) come mezzo per far progredire la sua posizione nell’insurrezione siriana.
Attività: l’ANF è stata attiva in operazioni contro altre fazioni nel conflitto siriano. Nel 2016 il gruppo ha effettuato attacchi ad Aleppo e in altre parti della Siria controllate dall’esercito siriano, uccidendo sia ufficiali militari che civili. L’ANF ha preso il controllo di parti significative di Idlib dal 2017 al 2019, esercitando una forte pressione militare su altri gruppi locali come Ahrar al-Sham e Nur ad-Din al-Zinki mentre combatteva contro il regime e continuava a complottare contro gli interessi degli Stati Uniti e degli alleati.
Nel 2019, l’ANF ha bombardato la città siriana di Kafr Takharim, utilizzando armi pesanti e uccidendo almeno cinque persone. Nel 2020 un membro dell’ANF ha lanciato una granata e ha aperto il fuoco su un gruppo di civili nella città di Idlib, in Siria, uccidendo due persone e ferendone altre.
Nel 2022, l’ANF è rimasta la fazione militante più grande e dominante nella provincia di Idlib, nella Siria nord-occidentale. In un’offensiva di metà ottobre, l’ANF ha preso il pieno controllo della città strategica di Afrin e di almeno 26 città e villaggi a sud-ovest.
Dopo diversi giorni di combattimenti tra l’ANF e i gruppi ribelli sostenuti dalla Turchia, un intervento di Türkiye ha fermato l’espansione dell’ANF e il gruppo si è ritirato dalla regione di Afrin. Gli scontri hanno ucciso almeno 58 persone, tra cui 10 civili, e hanno costretto migliaia di persone a fuggire dalle loro case o dai campi profughi.
Forza: l’ANF ha fino a 15.000 combattenti.
Posizione/Area operativa: Siria, con quartier generale nella provincia siriana di Idlib; operativamente attiva nella Siria nord-occidentale.
Finanziamenti e aiuti esterni: ANF riceve finanziamenti da una varietà di fonti, tra cui pagamenti per rapimenti a scopo di estorsione, tasse e tariffe sui valichi di frontiera che controlla e donazioni da donatori esterni con sede nel Golfo Persico.
Il gruppo genera inoltre entrate riscuotendo tariffe dal traffico commerciale in entrata e in uscita da Idlib.
Questo gruppo non è una cosa trascurabile. Larry Johnson [6] ricorda che:
Secondo l’Allegato 2023 di informazioni statistiche, redatto come parte dei Rapporti nazionali sul terrorismo 2023 obbligatori per legge del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti (pubblicati nell’aprile 2024), i gruppi affiliati ad Al-Qaida hanno rappresentato la maggior parte del terrorismo nel mondo nel 2023.
Tra questi gruppi, Hay’at Tahrir al-Sham di Jawlani si è classificato come il terzo più attivo e letale.
In effetti, secondo lo stesso rapporto statistico il Gruppo ha fatto 142 incursioni provocando 288 vittime.
Per la cattura di Al-Jawalani il Governo USA offriva fino a dieci milioni di dollari per informazioni. Garantiva assoluta confidenzialità e, se necessario, protezione. Bastava telefonare al 1-800-USAREWARDS. Fermate questo terrorista, diceva il volantino di ricerca, con tanto di foto tipo “Wanted Dead or Alive” dei cowboy!
Ora, dopo che ha cacciato il cattivo Assad [5]:
“Jawlani non è più il bersaglio numero uno dei terroristi. No. È il nuovo migliore amico in Siria. Ha cacciato Bashir al-Assad, che non ha mai assassinato personalmente un altro essere umano – Sì, lo so, delle persone sono morte per ordine suo – mentre Jawlani ha effettivamente ucciso e torturato altri che riteneva nemici dell’Islam”.
I media nostrani si sono subito risvegliati: il terrorista in un battibaleno è diventato un valoroso ribelle. Il telegiornale della RAI lo ha intervistato qualche giorno dopo, giusto il tempo per una bella rifilatura della barba e per comprare un bel vestito “giacca e cravatta”. Gli USA, commossi, meditano di stracciare la taglia da cento testoni.
Allora, se i terroristi, con un tratto di penna diventano rispettati ribelli, cosa dire dei sei e passa milioni (equivalenti a un paio di milioni di pasti per poveri) sborsato dal contribuente italiano? Non sarà che sono finiti nel cesso?