Sulla scala Richter della politica, questo è stato un assassinio – letteralmente. Quello che doveva essere uno spettacolo totalitario liberale è stato brutalmente, senza cerimonie, spazzato via dal parco – qualsiasi parco. Anche prima del giorno delle elezioni il pensiero critico era consapevole della posta in gioco. Con i brogli, Kamala vince. Senza brogli, vince Trump. Nella migliore delle ipotesi, ci sono stati tentativi (falliti) di frode. La domanda chiave rimane ancora: cosa vuole davvero lo Stato Profondo degli Stati Uniti?
La mia casella di posta elettronica è infestata da un sacco di rapporti lacrimosi di Think Tankland statunitensi che si chiedono, increduli, come Kamala abbia potuto perdere. È abbastanza semplice: a parte la sua incompetenza e la sua totale mediocrità, che fa letteralmente ridere a crepapelle.
L’eredità dell’amministrazione di cui ha fatto parte è orribile, da Crash Test Dummy a Little Butcher Blinkie.
Invece di preoccuparsi dello stato abissale delle cose, a tutti i livelli, per quanto riguarda quella mitica entità che è il “popolo americano”, hanno scelto di investire tutto in una guerra per procura di stampo neocon per infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia – rubando beni russi, scatenando uno tsunami di sanzioni, spedendo una serie di “wunderwaffen”. L’armamento dell’Ucraina ha portato a innumerevoli morti ucraini e all’inevitabile, rapida umiliazione cosmica della NATO sul suolo nero della Novorossia.
Hanno investito tutto per sostenere un genocidio a Gaza condotto con un enorme arsenale di armi americane: un’operazione di pulizia etnica e di sterminio codificata dal “lebensraum” e diretta da un gruppo di psicopatici talmudici – e commercializzata sotto l’etichetta “dell’ordine internazionale basato sulle regole” vomitato da Blinkie il macellaio in ogni incontro bilaterale o multilaterale.
Non c’è da stupirsi che l’Asia occidentale e il più ampio Sud globale abbiano presto recepito il messaggio di ciò che può accadere a chiunque osi andare contro gli “interessi” dell’Egemone. Ecco quindi il contrappasso: il rafforzamento dei BRICS e dei BRICS+, celebrato due settimane fa a Kazan davanti a tutto il mondo.
Almeno questa amministrazione ha avuto un merito, quello di rafforzare i legami tra tutte le principali “minacce esistenziali” per l’Egemone: i tre BRICS (Russia, Cina, Iran), più l’indomita RPDC. Il tutto in contrasto con una misera vittoria tattica – che potrebbe non durare a lungo: la vassallizzazione assoluta dell’Europa.
Appendere l’Ucraina al collo dell’Europa
Naturalmente, la politica estera non fa vincere le elezioni americane; gli americani dovranno risolvere da soli i loro dilemmi o precipitare in una guerra civile. Per quanto riguarda il grosso della Maggioranza Globale, non si fa illusioni: il messaggio in codice del Trumpquake è che la lobby sionista vince – ancora una volta. Forse non così unanimemente se consideriamo tutti i filoni di neo-cons e Zio-cons. Wall Street vince di nuovo (Larry Fink di BlackRock lo aveva detto già prima del giorno delle elezioni). E vincono di nuovo anche i “siloviki” di spicco dello Stato profondo. Questo pone una domanda modificata: e se Trump si sentisse abbastanza forte dopo il 25 gennaio da lanciare un’epurazione staliniana dello Stato profondo?
Il giorno delle elezioni si è svolto quasi contemporaneamente alla riunione annuale del Valdai Club a Sochi, dove la superstar, non a caso, è stato l’eminente geopolitico Sergey Karaganov. Naturalmente ha fatto riferimento direttamente alle Guerre per sempre dell’Impero: “Stiamo vivendo in tempi biblici”.
E anche prima del Trumpquake, Karaganov aveva sottolineato, con calma, che “sconfiggeremo l’Occidente in Ucraina – senza ricorrere a mezzi estremi”. E questo “consentirà un ritiro pacifico degli Stati Uniti, che diventeranno una superpotenza normale”. L’Europa, nel frattempo, “si sposterà ai margini della Storia”.
Tutto questo è vero. Ma poi Karaganov ha introdotto un concetto sorprendente: “La guerra in Ucraina è una sostituzione della terza guerra mondiale. Dopo, potremo concordare un qualche tipo di ordine in Eurasia”.
Si tratterebbe della “indivisibilità della sicurezza” proposta da Putin a Washington – e respinta – il 20 dicembre 2021, parte del “Partenariato della Grande Eurasia” concettualizzato dallo stesso Karaganov.
Il problema, però, è la sua conclusione: “Facciamo in modo che la guerra ucraina sia l’ultima grande guerra del XXI secolo”.
Ahi, ecco il problema: la vera grande guerra è in realtà Eretz Israel contro l’Asse della Resistenza in Asia occidentale.
Facciamo una breve sosta in Europa prima di entrare nel vivo della questione. Il Trumpquake è pronto ad appendere l’Ucraina al collo dell’Europa come un albatros più grande della vita (riferimento a “La Ballata del Vecchio Marinaio” di S.T. Coleridge, N.d.T.). Il testo sintetico: esce il denaro americano che finanzia il progetto Ucraina, nato per perdere. Entrano i soldi tedeschi che riempiono le casse della lobby delle armi all’interno del MICIMATT (complesso militare-industriale-congressuale-intelligenza-mediatico-universitario-pensiero) di Ray McGovern.
Il Tesoro americano ha emesso un memorandum interno valido fino al 30 aprile 2025 – quando Trump sarà già da tre mesi al potere – che consente di effettuare transazioni con le banche russe su tutto ciò che riguarda petrolio, gas naturale, legname e qualsiasi forma di uranio.
Per quanto riguarda i creduloni dell’Unione Europea, gestita da Bruxelles, pagheranno il pesante carico di armi dell’Ucraina, mentre accetteranno ondate di nuovi rifugiati e diranno addio a tutti i loro fondi già investiti in quell’enorme buco nero.
Attenzione all’aspirante Tony Soprano
Il Trumpquake – se preso per buono – è destinato ad armare ulteriormente il dollaro statunitense; Trump ha minacciato, in modo ufficiale, di inserire nella lista nera qualsiasi nazione che utilizzi altre valute per il commercio internazionale. I partner BRICS e BRICS+ l’hanno registrato e questo accelererà la sperimentazione di tutti i modelli nel laboratorio BRICS per arrivare a un sistema alternativo di regolamento del commercio a più livelli.
I BRICS e la Maggioranza Globale sanno anche che Trump ha di fatto approvato le sanzioni al Nordstream, quando recentemente ha parlato di “uccidere” il Nord Stream. E sanno anche che durante il periodo 1.0 Trump ha fatto meno di zero per trovare una soluzione alla guerra per procura in Ucraina.
Ora arriviamo al punto cruciale. Trump ha personalmente distrutto il JCPOA – l’accordo sul nucleare iraniano – mediato dai P5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania). Mosca – e Pechino – sanno perfettamente come questo abbia portato a un’ulteriore destabilizzazione di tutta l’Asia occidentale, in concomitanza con l’assassinio del generale Soleimani ordinato da Trump, che ha dato il via a quelli che ho definito i “Raging Twenties”.
Infine, ma non per questo meno importante, Trump ha mediato “l’Affare del Secolo” dal nome roboante: gli accordi Abraham, che, se attuati, seppelliranno per sempre ogni possibilità di una soluzione a due Stati tra Israele e Palestina.
L’accordo – che può essere considerato nefasto come la dichiarazione Balfour del 1917 – potrebbe essere in coma. Ma l’amico Whatsapp di MbS (Mohamad bin Salman), Jared Kushner, è tornato e certamente rinnoverà la pressione. MbS non ha ancora preso una decisione quando si tratta di BRICS. Trump andrà fuori di testa se MbS inizierà sempre più a percorrere la strada del petroyuan.
Tutto questo ci porta a un personaggio estremamente nefasto, l’aspirante Tony Soprano Mike Pompeo, che è un serio candidato a diventare capo del Pentagono; questo significherebbe che ci sono grossi problemi in vista. Pompeo è stato direttore della CIA e Segretario di Stato sotto il governo Trump 1.0. È un vero e proprio falco nei confronti della Russia, della Cina e soprattutto dell’Iran.
Probabilmente la domanda più urgente d’ora in poi è se Trump – la cui vita, secondo la sua interpretazione, è stata risparmiata da Dio – farà ciò che si aspettano da lui i suoi ricchi donatori, cioè nominerà Pompeo ed altri gangster simili per posti chiave e investirà nella guerra di Israele contro l’Iran e l’Asse della Resistenza.
In questo caso, non dovrà preoccuparsi di un altro cecchino fallito. Ma se cercherà davvero di gestire il suo gioco indipendente, non c’è dubbio che sarà un morto che cammina.
Quindi l’intera Maggioranza Globale aspetta con il fiato sospeso. Come si tradurrà il Trumpquake nella sfera geopolitica MAGA? Le scommesse si concentrano sull’uso estensivo di società militari private (PMC) per “missioni” di politica estera e “interventi” militari mirati e selezionati. Gli obiettivi potrebbero includere qualsiasi attore del Sud globale, dal Messico (per “mettere in sicurezza il confine”) al Venezuela (la dottrina Monroe per “mettere in sicurezza il petrolio”), allo Yemen (per “mettere in sicurezza il Mar Rosso”) e naturalmente all’Iran (una massiccia campagna di bombardamenti per “mettere in sicurezza Israele”).
In poche parole: nessuna nuova guerra (come promesso da Trump), solo qualche incursione mirata. Inoltre, la guerra ibrida è al massimo. Brasile, attenzione: il Trumpquake non tollererà che un membro veramente sovrano dei BRICS aumenti la sua influenza del Sud globale “nell’emisfero occidentale”.
Allacciate le cinture di sicurezza: qualunque cosa accada, il Trumpquake sarà una vera Parigi-Dakkar.